COME TI SENTI?
TRISTE
“Da quando i miei genitori si sono separati mi sento molto giù, alle volte vorrei spaccare tutto, altre volte mi viene solo da piangere…”
“Il mio migliore amico si è traferito lontano e mi manca terribilmente! Sono così triste”
“La mia ragazza mi ha lasciato e voglio solo stare coi miei amici per non dover pensare, altrimenti sarebbe troppo brutto”
La tristezza è una tra le 6 emozioni di base, emozioni che condividiamo con tutti gli esseri umani ed anche col mondo animale. È un’emozione fondamentale, una delle primissime ad essere esperite insieme alla gioia e alla rabbia, da neonati.
La sua manifestazione più classica si accompagna alle lacrime, al labbro rivolto all’ingiù, occhi socchiusi e sopracciglia aggrottate verso il basso. Ci possono essere anche espressioni meno riconoscibili, che indicano una tristezza di fondo profonda ma “accettata”, come se la persona ormai ci si fosse abituata e pensasse di non potersene liberare. Il cosiddetto sorriso triste, fa parte di questa espressione, ma non sempre viene riconosciuto come tale.
La tristezza ci serve per renderci conto che qualcosa è cambiato o è venuto meno, e ci permette di prenderci il tempo necessario ad affrontare la novità e di adeguarci alla nuova situazione. È una reazione sana, naturale e passeggera.
DEPRESSO/A
“Mi viene da piangere senza motivo, vedo i miei amici in coppia e mi dico che io non avrò mai la stessa fortuna. Ogni giorno è uguale agli altri, non penso che otterrò mai dei risultati. Vedo tutto nero e sento di non avere più speranze… vorrei tanto poter sorridere come fanno tutti!”
Quando il sentimento di tristezza diventa pervasivo e costante, diventando esagerato, potrebbe sfociare nella depressione.
La depressione si caratterizza per una tipologia di pensiero negativo che riguardano sé stessi, il mondo e gli altri, uniti a senso di colpa e preoccupazioni diffuse, uno scarso livello di attivazione fisiologica, un senso profondo di tristezza, alterazioni del sonno e dell’appetito.
LUNATICO/A
“Stavo ridendo con i miei amici poi uno ha fatto una battuta e io me la sono presa troppo, mi sono arrabbiata tantissimo e dopo sono scoppiata a piangere…”
Capita a tutti di vedere il proprio umore modificarsi a seconda delle situazioni, degli imprevisti. Una giornata serena può essere rovinata da un diverbio, da un semaforo rosso di troppo, da un lavoro fatto male. Il carico di stress incide sul nervosismo, e la valutazione che diamo degli eventi è una delle cause del malumore. Anche le aspettative, soprattutto deluse, incidono sulla qualità dell’umore.
Quando però gli sbalzi seguono dei cicli, dei pattern riconoscibili, sono repentini e frequenti, da un estremo all’altro, allora potrebbe essere utile valutare la presenza di bipolarismo, distimia o ciclotimia.
ARRABBIATO/A
“A volte scatto senza motivo, sono nel traffico in fila e poi, quando l’ennesimo fenomeno cerca di sorpassarmi, mi assale una rabbia cieca e inizio a strombazzare col clacson… urlo e mi agito perché sono in ritardo, ma dopo qualche secondo mi rendo conto che agitarsi non serve a niente, che ormai il ritardo c’è, e allora mi vergogno e cambio strada…”
La rabbia è un’altra delle 6 emozioni di base, una delle prime ad essere esperita, pensiamo al neonato che urla e diventa rosso perché ha fame! La proviamo normalmente anche tutti i giorni, quando ci viene negato qualcosa: subiamo un rifiuto, un attacco, una calunnia, quando ci sentiamo feriti. La rabbia è la manifestazione che qualcosa che ritenevo mio di diritto, o che consideravo assodato, viene negato, cambiato, tolto, e ci lascia interdetti, feriti, esposti. Dietro la rabbia c’è sempre il dolore, la delusione. La rabbia è l’espressione del nostro io, che cerca di affermarsi ma sente che non viene preso in considerazione.
La rabbia è anche un importante strumento comunicativo: la sua espressione, tipica, con occhi serrati e sguardo fisso, labbra strette o aperte nel digrignare i denti, fronte corrugata, sono un potente monito di pericolo anche tra gli animali.
Sentirsi arrabbiati e mostrarsi arrabbiati sono cose diverse, a livello sociale hanno ripercussioni differenti: manifestare la rabbia in maniera eccessiva può essere controproducente, esserlo ma non manifestarlo può ugualmente esserlo. È importante riconoscere la propria rabbia e saperla gestire affinché diventi una nostra alleata e non un ostacolo.